Le giornate del donatore sono tendenzialmente strutturate con ritrovo, corteo, messa, discorsi. La cosa che preferisco è quando si inizia dalla messa, in questo modo chi non vi partecipa può arrivare subito dopo e partecipare così a buona parte della giornata. Quello che detesto invece è quando si partecipa alle giornate altrui con il labaro e quindi lo si deve portere in chiesa e sorreggere. Quindi bisogna stare li, ascoltarsi uno che ti fa una predica alla disobbedienza civile e standosene zitti (sennò che scambio culturale sarebbe..). E sono discorsi che toccano sempre la coscenza, perché al donatore aconfessionale a sentirsi coinvolto in una testimonianza confessionale si sente calpestato nelle proprie convinzioni.
Certe volte mi verrebbe da prendere ed andarmene, come faccio durante i discorsi delle autorità che fanno campagna elettorale alle nostre feste, parlando di tutt’altro che della donazione. Mi riferisco a certi discorsi di tipo “culturale” (anche se io non dono quelli che vengono da noi dovebbero imparare la nostra cultura..).
E dunque arrivati a questo punto del discorso, la domanda è: ma come se ne può uscire da questo problema?
Mi porto una radiolina per non sentire uomini (presuntuosi) che proclamano la “parola di Dio”?
Mollo il labaro a qualcun altro per la funzione religiosa?
Rinuncio, per motivi religiosi, a fare qualcosa per l’associazione?
O qualcun altro mi chiederà un giorno di andare con il labaro alla manifestazione del partito di maggioranza, visto che siamo sia aconfessionali che apartitici?